Destinatari : studenti scuola superiore
Questo testo contiene:
- un approfondimento utile per una cerimonia per il giorno della memoria
- materiali di approfondimento per la visione del film “Possa il tuo ricordo essere amore: la storia di Ovadia Baruch”.
- materiali per una lezione per il triennio della Secondaria Superiore.
Questo materiale fornisce a studenti e insegnanti un esempio per scoprire e ricostruire la vita di una comunità Ebraica Europea attraverso differenti materiali, frammenti di memoria che si sono salvati dalla devastazione della Shoah.
Con fonti storiche, fotografie, oggetti, film ed altre forme di testimonianza, cerchiamo di far riemergere il mondo Ebraico perduto e le facce di coloro che lo popolavano.
Insegnanti e studenti, usando le risorse del sito dello Yad Vashem, possono contribuire a creare altri approfondimenti simili a questo per commemorare altre comunità ed i loro membri.
Oggi Salonicco è la seconda città della Grecia e vi abitano circa 4500 Ebrei, lo 0,05% del totale della popolazione Greca; la componente Ebraica non è sempre stata così scarsa: prima del 1942 la Grecia era il cuore dell'Ebraismo Europeo e la comunità di Salonicco era una delle più antiche d'Europa: un centro per lo studio della Torah che attraeva studiosi da tutto il mondo.
I primi Ebrei si erano insediati in Grecia circa 2000 anni fa e col tempo la comunità è cresciuta ed ha prosperato sotto varie dominazioni; l'arrivo dell'Impero Ottomano nel 1430 ha migliorato le condizioni di vita degli Ebrei di Salonicco rimuovendo i divieti fissati dai Veneziani durante il loro dominio.
Quando i re spagnoli Ferdinando e Isabella espulsero gli Ebrei dal loro regno, i rifugiati poterono entrare in Grecia senza ostacoli; sotto l'influsso della componente Sefardita e degli Ebrei Convertiti (detti Coverso) fiorì una ricca cultura Ebraica.
La comunità sotto il regime Ottomano, fino alla conquista Greca del 1920, aveva economia stabile, una ricca tradizione culturale e religiosa e responsabili politici locali. Nelle aree più meridionali, dominate dai Greci, gli Ebrei erano più assimilitati e usavano il Greco come lingua quotidiana; le relazioni tra le due comunità rimasero buone fino alla nascita del nazionalismo Greco nel tardo 19esimo secolo.
All'inizio della Prima Guerra Mondiale circa 80000 Ebrei viveno in Grecia in circa 31 località, nel 1945 ne rimanevano 10000 , l'80% degli Ebrei Greci era stato ucciso nella Shoah.
L'Ebraismo Sefardita
Un Ebreo Sefardita è un discendente o una persona che segue le tradizioni degli Ebrei della Penisola Iberica, prima della loro espulsione nel tardo XV secolo: il termine “Sefardita” deriva dal termine geografico “Sepharad” che indica la penisola Iberica, la Spagna di oggi. Nel 1492 a seguito dell'espulsione da Spagna e Portogallo, molti Ebrei Sefarditi si trasferirono a Salonicco con l'autorizzazione dei responsabili Ottomani che pensavano che questo potesse avere un effetto positivo sull'economia locale. Questi continuarono ad usare il Ladino ( o Giudeo-Spagnolo) come linguaggio quotidiano e negli studi.
Vita religiosa
Durante il 1500 ed il 1600 Salonicco divenne anche un centro per lo studio della Torah e della tradizione mistica Ebraica, attraendo studenti da lontano per studiare con famosi insegnanti. Nel 1700 ci furono importanti rabbini la cui influenza si estese fuori Salonicco e nell'Impero Ottomano e scritti religiosi prodotti a Salonicco furono pubblicati nel mondo Ebraico. Immigrati dalla Spagna e dal Portogallo fondarono Sinagoghe separate (congregazioni) chiamate con i nomi delle località da cui provenivano i fedeli, come Castiglia, Catalogna, Aragona, Majorca, Lisbona, Sicilia, Calabria, Puglia e Provincia.
Accanto alle decine di Sinagoghe differenti, con diverse tradizioni, solo una era la Sinagoga Ashkenazita dell'Est Europa. Poco prima dell'inizio della Guera Mondiale vi erano 20 rabbini, 10 macellai Ebrei, quattro yeshiva e quattro copisti della Torah, a testimonianza del livello di attività della comunità; oggi rimangono solo due sinagoghe.
Le attività
Col passare del tempo gli Ebrei di Salonicco svilupparono varie attività: lavoravano come artigiani, tintori della seta, orafi, argentieri nel 1300, commericanti di materie prime ed manufatti nel 1600, scaricatori di porto nel 1800 e 1900. Cresceva il commerico e cresceva la comunità, da 25000 persone nel 1600 a 80000 nel 1900.
A Salonicco non vi erano divieti per gli Ebrei nel praticare alcune professioni come nel resto d'Europa, alcuni di loro poterono diventare avvocati, medici ; l'antisemitismo esisteva, ma non era diffuso come in altri paesi europei e i residenti Ebrei godevano di libertà civili che consentivano alla comunità di prosperare.
Durante il 1900 molti lavoravano come scaricatori di porto, tanto che il Sabato e durante le festività Ebraiche il porto chiudeva; gli scaricatori Ebrei divennero famosi per le loro capacità ed alcuni di loro si trasferirono in Palestina, per lavorare nel porto di Haifa.
Istruzione
Lo studio è molto importante nelle comunità Ebraiche ed i bambini cominciano da piccolissimi ad andare a scuola ed anche gli Ebrei di Salonicco consideravano importante conseguire una buona formazione, la chiave per una crescita culturale ed economica della comunità.
Migliaia di bambini andavano alla scuola Ebraica dove studiavano Ladino; Alfonso Levi, segretario della comunità Ebraica, ricorda:
“C'erano due scuole statali e due scuole private mentre migliaia di altri ragazzi studiavano in case delle gioventù, che erano istituzioni educative per bambini che avevano madri lavoratrici. Stdiavano religione ed Ebraico oltre alle altre materie per 4 ore al giorno ; 71 insegnanti erano Cristiani e 52 Ebrei. Solo 250 ragazzi delle famiglie più ricche potevano studiare nel Liceo Greco; nel 1863 l'Unione per l'Alleanza fondò la prima scuola veramente occidentale a Salonicco.
L'alleanza era stata creata in Francia negli anni '60 dell'800 per salvaguardare l'identità Ebraica ed incoraggiare l'educazione in tutte le comunità nel mondo.
Sette tra scuole materne, elementari e professionali aprirono a Salonicco e formarono migliaia di ragazzi di ambo i sessi.”
1
Salonicco era unica rispetto a molte città in Europa: gli Ebrei potevano frequentare l'Università, 50 studenti Ebrei partecipavano a seminari per insegnanti e 20 si preparavano ad insegnare in scuole Ebraiche. Quando medici preparati in Europa entravano nella comunità le conquiste nel campo medico e dell'educazione la aiutavano a svilupparsi in una direzione più liberale e moderna. Salonicco era famosa anche per le sue scuole religiose: 1500 studenti frequentavano le yeshiva ed la scuola di Talmud Torah che esisteva dal 16esimo secolo. Le yeshiva della città erano note per la loro conoscenza del misticismo Ebraico e della Kabbalah. Dopo l'occupazione Greca del 1913 il governo mise in atto una politica di ellenizzazione per rafforzare lingua e cultura Greche ed unificare la popolazione minoritaria. Le autorità Greche stabilirono un protocollo educativo Greco-Ebraico nel tentativo di assimilare la popolazione Ebraica. Cercando di opporsi la comunità nel 1924 rifiutò una proposta di finanziamento statale delle scuole, facendo infuriare i gruppi nazionalisti di Salonicco.
Giornali, letteratura e vita culturale
Una ricca vita culturale fioriva a Salonicco; anche se lo scrivere come professione era talvolta sottovalutato, giornali, poesie, canzoni e opere teatrali erano popolari, la maggior parte di essi erano scritti in Ladino, ma anche in Francese ed Ebraico. Nel tardo '800 e poi nel '900 circa 35 dei 70 giornali locali erano pubblicati in Ladino; si occupavano di svariati temi compresa politica interna ed internazionale, attività della comunità e lasciavano spazio al confronto ideologico che rifletteva le idee politiche e sociali degli autori.
Ad esempio il giornale “Solidandad” sosteneva il Socialismo, spingendo i lavoratori dell'industria agli scioperi e criticava il governo dei Giovani Turchi.
Mentre alcuni giornali sostenevano gli ideali Sionisti, il giornale di più antica pubblicazione dal 1875 al 1911, “la Epoca”, li rifiutava apertamente, incoraggiando la comunità a studiare il Turco per potersi integrare meglio nella burocrazia, nell'amministrazione e nel commercio.
La lettura era molto importante nella comunità Ebraica; anche con diverse appartenenze politiche la gran parte della letteratura prodotta a Salonicco incoraggiava il progresso e lo sviluppo della comunità attraverso lo studio ed il miglioramento economico. Furono scritti testi teatrali per sottolineare l'importanza di questo aspetto, usati contemporaneamente come spettacoli e per la raccolta di fondi per le organizzazioni locali.
Canzoni e poemi nel tradizionale stile Cantigas e accompagnati dalla musica, che trattavano delle difficoltà della vita, erano eseguite nei teatri e svolgevano un ruolo importante nelle feste e nelle riunioni familiari.
I gruppi che componevano ed eseguivano questi testi erano spesso formati da Ebrei di differenti tradizioni ma erano scritte in Ladino, mostrando la forza di questa lingua nell'area culturale di Salonicco.
Cucina
Una comunità in esilio si aggrappa spesso agli elementi culturali che la definiscono, come un richiamo familiare; il cibo occupa un posto speciale in una casa ed in una comunità Ebraica, come parte del rituale, delle usanze dello Shabbath, delle feste e del grande arazzo della cultura e delle tradizioni Ebraiche.
La cucina di ogni comunità Ebraica è stata influenzata dall'ambiente in cui si sviluppava e dal clima; il cibo Sefardita consisteva in borekas, pastellitos (paste con ripieni diversi) ed i famosi huevos haminados , che si fanno risalire al periodo Spagnolo.
Tradotte come “uova al forno” queste uova bollite o cotte con buccia di cipolla e olio, rivelano un legame col cibo quasi religioso, sono parte integrante della cucina Sefardita e sono parte del folclore Ebraico.
Molti Ebrei Sefarditi ricordano ancora il profumo ed il gusto dei loro cibi e questo spiega il ruolo centrale di certe specialità nella memoria della storia passata.
- Discorso di Alfonso levi all'uffico 6 della Polizia israeliana che condusse l'investigazione su Adolf Eichmann. Lei è stato segretario della Comunità Ebraica di Salonicco prima e durante l'occupazione Tedesca. Archivi Yad Vashem, TR3/237
- Alberto Nar, “Folk Songs of the Holocaust of the Jews of Thessaloniki,” in Cultural forum: of the Jewish community of Thessaloniki, Ir Vaem Beisrael, (Thessaloniki: Jewish Community of Thessaloniki, 2004), 41.
Sviluppi politici e antisemitismo
Fino al XX secolo gli Ebrei di Salonicco non hanno subito il tipo di oppressione ed antisemitismo comuni negli stessi anni nell'Europa dell'Est; sebbene ci fosse una qualche forma di segregazione rispetto agli altri abitanti e sperimentassero qualche periodo di antisemitismo, godevano di molte libertà nell'ambito culturale, dell'istruzione, e nella scelta delle professioni. All'inizio del '900 la situazione politica in Grecia era incredibilmente mutevole: sebbene fossere già parecchi anni che si era liberata dal controllo dell'Impero Ottomano, vi erano ancora contenziosi militari e scontri politici interni.
Nel 1917 un nuovo governo Turco va al potere, sostituendo il potere imperiale; dato che Salonicco diventa un campo di battaglia simbolico nella costruzione della nuova Grecia soldati Ebrei combattono a fianco dei loro concittadini non prevedendo le ripercussioni che il nazionalismo avrebbe prodotto sulle comunità.
Il nuovo governo incoraggia un forte nazionalismo di stato e vuole rafforzare nei cittadini l'identità Greca, gli Ebrei diventano un obiettivo a causa del loro rifiuto di assimilarsi. Avendo amministrazioni, scuole, quartieri separati e perfino una lingua diversa, gli Ebrei hanno sviluppato una propria identità, vengono visti come outsider a causa delle loro differenze.
Nel 1917 un grande incendio scoppia in città, molte delle case bruciate sono della comunità Ebraica; il governo coglie l'opportunità per ellenizzare la città e rifiuta il permesso a molti Ebrei di ricostruire le loro case nella stessa area.
Nel 1920 una legge obbliga tutti i cittadini a interrompere il lavoro la domenica, danneggiando il commercio degli Ebrei.
Anche se questa legge non ottenne gli effetti sperati, indusse molti Ebrei a lasciare la Grecia.
Il 1926 vede la prima grande campagna contro gli Ebrei in Grecia: vengono pubblicati panphlet che descrivono gli Ebrei come comunisti e sionisti che complottano contro lo stato, incoraggiando i cittadini di Salonicco a boicottare le attività commerciali Ebraiche.
Nel 1927 vengono imposte restrizioni sul numero degli Ebrei che possono frequentare le Università; queste regole erano presenti da molti anni in alcuni paesi Europei ma fino a quel momento in Salonicco gli Ebrei avevano vissuto senza restrizioni.
Anche alcuni giornali importanti cominciano a sostenere queste posizioni, incoraggiando l'antisemitismo. Gli Ebrei hanno da sempre mantenuto legami con altre comunità attraverso l'Europa e la creazione dei giochi “Maccabi”, per esempio, fu una occasione per gli Ebrei della diaspora di riunirsi per celebrare lo sport.
I nazionalisti greci considerarono questo evento come sospetto ed accusarono gli Ebrei di complottare contro la Grecia.
Nel 1927 venne fondato l' EEE (Ethniki Enosis Ellada), Partito Nazionale Greco: con toni fortemente antisemiti questo partito consentiva di iscriversi solo ai Cristiani e fu più tardi accusato di essere il principale responsabile del Campbell Riot nel 1931, nel quale venne bruciato un intero quartiere Ebraico.
Nel tardo 1929 le autorità chiesero alla comunità Ebraica di cedere una larga parte del cimitero per accogliere i numerosi profughi che stavano affollando Salonicco. Gli Ebrei spiegarono che muovere le tombe era contro la loro religione, ma inutilmente: le autorità sostennero che usare quella terra non era una scelta antisemita dato che anche parti dei cimiteri Cristiani e Musulmani venivano usate per lo stesso motivo.
Entro un mese un gruppo di giovani dissacrò molte tombe e le autorità si rifiutarono di fornire una maggiore sorveglianza.
Occupazione Tedesca, ghetto e deportazione
Dopo l'occupazione della Grecia il paese fu diviso in diverse zone affidate a forze di occupazione diverse: Germania, Bulgaria e Italia. Salonicco si trovava sotto occupazione Tedesca; prima dell'invasione di Salonicco, il 9 Aprile 1941, molti membri della comunità Ebraica erano stati incarcerati, poi la comunità fu messa sotto controllo della Gestapo e le fu ordinato di pagare per il mantenimento della sua gente.
Le organizzazioni Ebraiche e le scuole vennero chiuse, i nomi Ebraici delle strade cambiati in nomi Greci. A Salonicco e altrove i tedeschi si impossessarono delle proprietà degli Ebrei, prima e dopo la deportazione.
Torturarono gli Ebrei ricchi, rubarono denaro, gioielli, argenteria, opere d'arte, tappeti e trasportarono la gran parte degli oggetti in Germania con treni e aerei.
Case, uffici e negozi degli Ebrei che furono deportati vennero dati ad impiegati “leali”.
La confisca di case, beni e grano causò carestia in città, la fame facilitò il diffondersi di epidemie; la comunità Ebraica cercò di aiutare gli affamati organizzando mense per i bisognosi. Una unità speciale Tedesca chiamata “Commando Rosemberg” arrivò a Salonicco a metà giugno 1941: era guidata da Johann Paul, direttore del dipartimento delle Ricerche Ebraiche di Francoforte e riceveva informazioni dai colleghi Nazisti sulle collezioni di valore in città.
Questà unità confiscò sistematicamente decine di migliaia di libri rari e manoscritti dalle biblioteche cittadine e da collezioni private: rotoli della Torah, libri di preghiera, oggetti rituali come le tende dell'Arca Santa che coprono i rotoli della Torah.
“Una delle cose più importanti che abbiamo fatto in quel periodo difficile è stata distribuire i libri e gli oggetti tra le famiglie vicine che potevano tenerle e conservarle. Avevamo libri rari, anche in Ladino”.
3
Tra gli eventi che hanno lasciato un segno indelebile nella memoria degli Ebrei di Salonicco c'è il “Sabato Nero”: seguendo il decreto di deportazione di tutti gli Ebrei tra il 18 e i 45 anni per il lavoro forzato, circa 6500 Ebrei si presentarono sabato 11 Luglio 1942 in Piazza della Libertà a Salonicco.
Furono obbligati a stare in piedi per lunghe ore nel sole accecante, sopportando le angherie dei Tedeschi; dopo 4 giorni dalla registrazione furono mandati al lavoro forzato nella costruzione di strade ed in altre aree di lavoro, molti morirono a causa della denutrizione e del lavoro massacrante.
Gli Ebrei cominciarono a lasciare Salonicco con l'avanzata dell'occupazione, ancor prima dell' arrivo dei Tedeschi in città. Il 15 luglio 1942 il consolato Italiano registrò che 1200 Ebrei lasciavano salonicco per la zona Italiana, soprattutto per la città di Atene.
Alcuni tornarono in città per sistemare il loro affari ma furono intrappolati senza possibilità di fuga. Alcuni dei più ricchi e più eminenti Ebrei di Salonicco si trasferirono nei villaggi circostanti, altri con maggiore successo lasciarono la città con documenti falsi, altri si finsero abitanti dei villaggi o operai delle ferrovie.
Non ci sono dati precisi sul numero degli Ebrei fuggiti da Salonicco verso la zona controllata dagli Italiani, si stima un numero tra 3000 e 7000 tra il 1941 e il 1943.
I Tedeschi usarono vari metodi per evitare tentativi di fuga, incluse le esecuzioni pubbliche; le fughe calarono mano a mano che aumentò la fiducia nelle promesse tedesche. Un esempio è la storia di Jackie Handly il cui padre comprò attrezzi per il viaggio verso la Polonia, in modo che fosse in grado di mantenere la famiglia, una volta giunto a destinazione.
Qualche giorno prima dell'inizio dei trasporti da Salonicco, nel mezzo delle negoziazioni per salvare gli Ebrei di Slovacchia, Dieter Wesliciny, un collaboratore di Adolf Eichman a Bratislava, affermò che quello che stava accadendo agli Ebrei di Salonicco non era così male. Contemporaneamente egli portava avanti la preparazione della loro deportazione.
Gli Ebrei cittadini dai paesi dell'Asse, come l'Italia, e quelli provenienti dai paesi neutrali, come Turchia e Spagna, avevano il diritto di essere rilasciati; c'erano 850 Ebrei a Salonicco che appartenevano a queste categorie, più di 500 erano Spagnoli, 280 Italiani, Turchi, Portoghesi, Argentini, Svizzeri, Egiziani, Ungheresi e Bulgari.
I Tedeschi consentivano ai deportati di portare con sé una piccola quantità di oggetti personali, circa 20 kg a testa; durante 5 mesi i trasporti lasciarono Salonicco dalla stazione del quartiere Baron Hirsch: i trasporti partivano ongni 5 giorni ed il ghetto Baron Hirsch veniva riempito prima di ogni trasporto.
I trasporti includevano Ebrei provenienti da altre comunità, dalla Tracia e dalla Macedonia.
Nel primo trasporto 2800 Ebrei vennero stipati in 40 vagoni (circa 70-80 persone in ogni carrozza); per rafforzare l'inganno ad ogni capo famiglia veniva dato un buono per 600 Zloty Polacchi e i tedeschi avevano diffuso la voce che le loro proprietà gli sarebbero state rese dopo la guerra.
Ebrei Greci ad Auschwitz
Secondo i dati Tedeschi, dal 20 marzo 1943 al 18 Agosto dello stesso anno, 19 trasporti arrivarono ad Auschwitz da Salonicco, con 48533 Ebrei, ed è noto che altri trasporti arrivarono ad altri campi, tra cui Treblinka. Un piccolo numero di deportati passò la prima selezione all’arrivo (11200 sul totale: 4200 donne e 7000 uomini). Il destino degli Ebrei di Salonicco ad Auschwitz ebbe caratteristiche uniche per molte ragioni: a differenza di altri gruppi che provenivano dall’Europa Centrale, Orientale e Occidentale, essi non erano abituati alle condizioni climatiche estreme che trovarono in Polonia.
Inoltre la comunicazione per loro era estremamente difficile in quanto le lingue che comunemente conoscevano erano Ladino, Greco, Francese e non Tedesco, Yiddish e Polacco, che erano le lingue più comuni ad Auschwitz.
Questo rendeva ancora più difficile l’adattamento degli Ebrei di Salonicco, alcuni dei quali avevano perso l’intera famiglia al loro arrivo ad Auschwitz.
Per i Tedeschi essi rappresentavano una importante forza lavoro; i loro precedenti profili occupazionali consentivano di inserirli in una varietà di lavori forzati; le loro capacità fisiche erano note ai Tedeschi ed essi divennero un gruppo coeso all’interno dei forzati.
Vennero impiegati nella costruzione di baracche e crematori ad Auschwitz-Birkenau e lavorarono a mettere in opera la fabbrica di Monowitz (Auschwitz III).
Inoltre molti furono mandati a lavorare in fabbriche fuori dal campo, in miniere e fattorie.
Nell’autunno dl 1943 alcune centinaia di prigionieri provenienti da Salonicco furono inviati al campo di lavoro di Genshovka, tra le rovine del Ghetto di Varsavia, e furono obbligati a rimuovere le macerie del Ghetto. All’avvicinarsi dell’Armata Rossa i prigionieri greci furono trasferiti in campi di lavoro e concentramento in Germania.
- Rivlin, B. [Editor], Book of Communities - Greece, Thessaloniki (Pinkas HakeHilot, Yad Vashem, Jerusalem, 1998), 276-282.
- Rivlin, B. [Editor], Book of Communities - Greece, Thessaloniki (Pinkas HakeHilot, Yad Vashem, Jerusalem, 1998), 276-282.
Vita Ebraica dopo la Shoah a Salonicco
Shlomo Cohen era nato in Grecia nel 1920, fu deportato ad Auschwitz-Birkenau e fu liberato dal campo di Bergen-Belsen dall'esercito Inglese. Emigrò in Israele nel 1946; lui racconta parte di questa storia:
”Ci dissero che potevamo registarci o per tornare in Grecia o per viaggiare verso Israele o verso gli Stati Uniti. Io scelsi due posti, Grecia e Israele, ma volli tornare in Grecia ed aspettare alcuni mesi per vedere se qualcuno della mia famiglia era sopravvissuto”.
5
Dpo la fine della guerra vi erano 2000 Ebrei in Salonicco tra i 10000 Ebrei greci che sopravvissero alla Shoah. I pochi sopravvissuti di quella magnifica comunità ritornarono in città nella speranza di trovare membri della famiglia, parenti, amici sopravvissuti.
Molti di loro non trovarono nessun parente ancora vivo e cominciarono a capire che essi erano tra i pochissimi sopravvissuti delle loro famiglie e comunità.
Fu un altro passo nel lutto dopo la Shoah; alcuni cercarono di recuperare alcune delle proprietà delle loro famiglie e ricostruire le loro vite a Salonicco ma la maggior parte scelse di ricominciare una nuova vita in Israele, Canada, Stati Uniti, Australia o Sud America. Come i sopravvissuti di altri paesi quelli di Salonicco hanno raccolto i frammenti delle loro vite precedenti per ricostruire nuove vite e nuove famiglie; quelli che sono immigrati in Israele hanno preso parte attivamente nella costruzione del paese e della società.
- Kleiman, Yehudit and Springer-Aharoni, Nina, The anguish of liberation - Testimonies from 1945, Yad Vashem.