Riportare la vita in una Sinagoga, anche solo per poche notti, è stato il risultato di un laboratorio realizzato tra Marzo e Aprile 2010.
Ogni anno con Istoreco, l'istituto Storico della Resistenza,organizziamo un viaggio della memoria per gli studenti della provincia di Reggio Emilia .
Dopo Berlino/Ravensbruck nel 2008 e Monaco/Dachau 2009, quest'anno con un centinaio di studenti e insegnanti della secondaria di secondo grado abbiamo visitato Cracovia ed Auschwitz Birkenau, in un viaggio di una settimana. Prima della partenza, durante la preparazione, abbiamo studiato la storia della distruzione degli Ebrei d'Europa, però focalizzandoci anche sulle singole storie, facendo importanti incontri con testimoni, come Pietro Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz , e Andree Geule, uno dei Giusti tra le Nazioni.
Durante la nostra permanenza in Polonia ci siamo misurati con altre micro storie di vita Ebraica, di persecuzioni, morte ma anche solidarietà e resistenza.
Tornati in Italia abbiamo organizzato alcuni laboratori per studiare la storia locale e per riflettere sull'esperienza del nostro viaggio.
Alcuni studenti hanno espresso le loro riflessioni attraverso lavori artistici, disegni, fumetti e musica, creando pezzi hip-hop.
Altri hanno organizzato, col nostro aiuto, alcune notti culturali nell'ex ghetto di Reggio Emilia; durante la seconda Guerra Mondiale i Nazisti ne hanno deportato e ucciso gli ultimi abitanti ma il bellissimo edificio della Sinagoga è ancora li, vuoto e silenzioso.
Il nostro gruppo di lavoro si è incontrato più volte chiedendosi come avrebbe potuto esprimere il fatto che prima della guerra c'era un vero popolo che viveva in quelle strade, che l'uccisione degli Ebrei di Reggio è avvenuta ad Auschwitz ma è cominciata qui, quando essi sono stati arrestati in quelle case, che quella non è solo una storia scritta nei libri di scuola, era la vita di molte persone, gente come noi. Così abbiamo pensato di leggere testi relativi al tempo di pace, alla cultura Ebraica e, a conclusione, qualcosa sulla guerra e lo sterminio.
Abbiamo deciso di leggere all'aperto, a voce alta, nelle strade, di fronte alla Sinagoga, riempiendo l'aria di voci.
Durante le notti culturali del nostro laboratorio abbiamo anche cercato di riportare la vita nella Sinagoga con la proiezione di immagini scattate qualche mese prima quando, dopo il Seminario internazionale dell'Estate 2009 allo Yad Vashem, abbiamo scoperto e fotografato nella sinagoga Kiryat Samuel, ad Haifa, l'Arca ed altri oggetti rituali portati, dopo la guerra, da Reggio Emilia in Israele. L'incontro che abbiamo avuto con i membri della Sinagoga Kiryat Samuel è stato amichevole e toccante ; eravamo felici e commossi vedendo quegli oggetti della “nostra” Sinagoga dei quali non avevamo saputo nulla e che ora erano conservati a migliaia di chilometri da Reggio.
E' stato molto suggestivo mostrare le nostre foto del 2009 assieme ad alcune immagini di prima della guerra, provenienti dall'archivio municipale: con l'aiuto di un forte illuminazione ogni singola immagine diventava significativa.
Le abbiamo messe in mostra all'interno della Sinagoga mentre alcuni studenti e insegnanti leggevano a voce alta fuori nella strada. Sembrava così reale,così vero: l'Arca nel suo posto originale, la cupola bombardata e vuota sembrava dipinta e nella strada si sentivano voci leggere, parlare, ridere.
Durante queste notti molti cittadini sono venuti per la prima volta a dare un'occhiata all'interno della Sinagoga. Dopo molti anni di restauri ora abbiamo la possibilità di mostrare che la vita Ebraica a Reggio era reale e che la Shoah è realmente accaduta. La Sinagoga non è solo un bell'esempio di architettura ma anche un testimone fatto di pietra. Non possiamo ridare la vita alle persone uccise ma possiamo evitare la loro totale sparizione dalla storia perpetuando la loro memoria.
Annalisa Govi vive a Reggio Emilia dove insegna Italiano L 2 nel CTP.
Si interessa di didattica della Shoah da alcuni anni, ha partecipato al seminario Yad Vashem per ins. Italiani del 2009 e collabora con l'Istoreco della sua città, in particolare con Matthias Durchfeld.